Inizio questa avventura così. Senza troppi preamboli. Senza starvi a dire chi sono, cosa mi piace, cosa faccio nella vita o cosa mi fa saltare i nervi.
Sono cose di me che, se avrete occhio o astuzia a sufficienza, scoprirete da voi.
L'unica cosa che vi premetto è che le mie recensioni non saranno troppo lineari, troppo tecniche, troppo serie. Vi racconterò quello che ho letto come se lo raccontassi ad un amico.
Detto questo, veniamo a noi.
Ho avuto la Gamberale fra le mani per la prima volta. Non so bene come mai. Li vedevo spesso i suoi libri in libreria, ma non mi sono mai entrati nell'occhio. Fino a qualche giorno fa. Probabilmente è stata colpa (o merito!) della copertina sgargiante e azzurra.
Sono rimasta piacevolmente sorpresa e decisa a mettermi a caccia di qualche altro suo libro il prima possibile.
"Per dieci minuti" è il diario di Chiara, una ragazza sveglia e perspicace che si ritrova a dover affrontare una nuova vita: la rubrica che cura per il giornale -fantastica! Perché la porta a pranzo da una famiglia diversa ogni domenica- viene spodestata da una trashissima "posta del cuore", curata da una che si chiama Tania Melodia. Ed una con un nome-cognome così la odi a prescindere anche se, ahimè, ha il mio stesso nome. In più viene lasciata dal marito. Marito con il quale è praticamente cresciuta.
La mancanza del suo punto fisso la destabilizza. Come destabilizzerebbe chiunque.
Un semplice "anestetico per anima sofferente" le viene suggerito dalla sua analista: fare qualcosa di nuovo ogni giorno per dieci minuti. Così Chiara, inizialmente un po' titubante, intraprende questa nuova avventura.
Troverà gioia nella piccole cose -come preparare per la prima volta dei pancakes, vestirsi da Babbo Natale, cimentarsi nel punto croce-; scoprirà lati di sè che nemmeno sospettava di avere; conoscerà davvero la sua famiglia; capirà quanto forti si può essere dopo una brutta caduta.
E tutto senza particolari strumenti: dieci minuti, la compagnia giusta, lo spirito d'iniziativa e quello che ci circonda.
Sono cose di me che, se avrete occhio o astuzia a sufficienza, scoprirete da voi.
L'unica cosa che vi premetto è che le mie recensioni non saranno troppo lineari, troppo tecniche, troppo serie. Vi racconterò quello che ho letto come se lo raccontassi ad un amico.
Detto questo, veniamo a noi.
Ho avuto la Gamberale fra le mani per la prima volta. Non so bene come mai. Li vedevo spesso i suoi libri in libreria, ma non mi sono mai entrati nell'occhio. Fino a qualche giorno fa. Probabilmente è stata colpa (o merito!) della copertina sgargiante e azzurra.
Sono rimasta piacevolmente sorpresa e decisa a mettermi a caccia di qualche altro suo libro il prima possibile.
"Per dieci minuti" è il diario di Chiara, una ragazza sveglia e perspicace che si ritrova a dover affrontare una nuova vita: la rubrica che cura per il giornale -fantastica! Perché la porta a pranzo da una famiglia diversa ogni domenica- viene spodestata da una trashissima "posta del cuore", curata da una che si chiama Tania Melodia. Ed una con un nome-cognome così la odi a prescindere anche se, ahimè, ha il mio stesso nome. In più viene lasciata dal marito. Marito con il quale è praticamente cresciuta.
La mancanza del suo punto fisso la destabilizza. Come destabilizzerebbe chiunque.
Un semplice "anestetico per anima sofferente" le viene suggerito dalla sua analista: fare qualcosa di nuovo ogni giorno per dieci minuti. Così Chiara, inizialmente un po' titubante, intraprende questa nuova avventura.
Troverà gioia nella piccole cose -come preparare per la prima volta dei pancakes, vestirsi da Babbo Natale, cimentarsi nel punto croce-; scoprirà lati di sè che nemmeno sospettava di avere; conoscerà davvero la sua famiglia; capirà quanto forti si può essere dopo una brutta caduta.
E tutto senza particolari strumenti: dieci minuti, la compagnia giusta, lo spirito d'iniziativa e quello che ci circonda.
"Leggiamo per noia, per curiosità, per scappare dalla vita che facciamo,
per guardarla in faccia, per sapere, per dimenticare, per addomesticare
i mostri fra la testa e il cuore, per liberarli".
Ho letto questo questo libro d'un fiato. Scritto semplicemente, senza tanti pretesti. Mi ha fatto sorridere e riflettere. Perché un po' sono anch'io Chiara. Sono sbadata e paranoica come lei. Tanto attaccata alla MIA realtà da non accorgermi che, a pochi passi da qui, ci sono tante cose nuove da fare, parole da dire, persone da conoscere un po' di più. Senza paure. Senza timore di sbagliare, di non essere all'altezza.
Siamo tutti troppo presi dalle cose evidenti e spesso non ci accorgiamo di quanti mondi ci siano dietro la nostra quotidiana realtà.
Certo è che se dovessi inventarmi qualcosa di nuovo ogni giorno per dieci minuti, andrei un po' in paranoia! Anche se, a dir la verità, l'ho appena fatto.
E voi? Se per tre giorni doveste fare qualcosa di nuovo per dieci minuti, che cosa vi inventereste?