Il male può spezzare una vita, ma mai un'amicizia.
- 08:04
- By Realtà di carta
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Erano anni che avevo "Le ragazze di Kabul" di Roberta Gately lì, in attesa di essere letto.
Me lo regalò mia mamma circa 6 anni fa. Non mi ispirava granché e perciò l'ho sempre lasciato buono buono.
Finalmente mi sono decisa di leggerlo ed è stata una piacevole sorpresa.
È la storia di un'amicizia. Grande. Vera. Pura.
Due donne facenti parte di due mondi così diversi, ma fra loro così simili.
Elsa è una giovane donna di Boston da sempre incline al prendersi cura degli altri. Fin da bambina coltiva l'amore per la medicina, diventando così una preparatissima infermiera.
L'occasione della vita le si presenta quando le viene proposto un lavoro in Afghanistan. Le paure sono tante. I talebani minacciano il Paese con sempre più violenza. Elsa non si tira indietro, volenterosa di poter dare una mano ai più bisognosi, e decide di partire.
Una volta arrivata lá si rende conto della miseria che regna sovrana: bambini denutriti, malattie debellate da anni che riaffiorano, condizioni igieniche precarie, sangue, morte.
Troverà gioia e conforto in Parween, una giovane donna afghana da sempre un po' ribelle alle legge imposte dal suo Paese natìo.
Nonostante la sua incredibile forza d'animo, Parween ne ha passate tante nonostante la sua giovane età: ha dovuto sopportare la morte del suo amatissimo marito, per mano dei talebani; la morte di un figlio appena nato; la morte della sua migliore amica, che per lei era come una sorella.
Elsa e Parween coltiveranno un'amicizia con la A maiuscola in uno scenario di morte, paura e miseria. Un'amicizia che va oltre tutto, anche oltre alla morte.
È un libro a dir poco commovente. Uno specchio su un Paese di cui si parla poco, se non per causa di guerre. Dove emergono usi, costumi e abitudini a noi estranee.
Dove ci viene ricordato che spesso puntiamo il dito troppo facilmente senza pensare che anche lì ci sono persone con un cuore ed un animo buono.
Un libro che vi stra consiglio per aprire un po' di più gli occhi,
E il cuore.
Me lo regalò mia mamma circa 6 anni fa. Non mi ispirava granché e perciò l'ho sempre lasciato buono buono.
Finalmente mi sono decisa di leggerlo ed è stata una piacevole sorpresa.
È la storia di un'amicizia. Grande. Vera. Pura.
Due donne facenti parte di due mondi così diversi, ma fra loro così simili.
Elsa è una giovane donna di Boston da sempre incline al prendersi cura degli altri. Fin da bambina coltiva l'amore per la medicina, diventando così una preparatissima infermiera.
L'occasione della vita le si presenta quando le viene proposto un lavoro in Afghanistan. Le paure sono tante. I talebani minacciano il Paese con sempre più violenza. Elsa non si tira indietro, volenterosa di poter dare una mano ai più bisognosi, e decide di partire.
Una volta arrivata lá si rende conto della miseria che regna sovrana: bambini denutriti, malattie debellate da anni che riaffiorano, condizioni igieniche precarie, sangue, morte.
Troverà gioia e conforto in Parween, una giovane donna afghana da sempre un po' ribelle alle legge imposte dal suo Paese natìo.
Nonostante la sua incredibile forza d'animo, Parween ne ha passate tante nonostante la sua giovane età: ha dovuto sopportare la morte del suo amatissimo marito, per mano dei talebani; la morte di un figlio appena nato; la morte della sua migliore amica, che per lei era come una sorella.
Elsa e Parween coltiveranno un'amicizia con la A maiuscola in uno scenario di morte, paura e miseria. Un'amicizia che va oltre tutto, anche oltre alla morte.
È un libro a dir poco commovente. Uno specchio su un Paese di cui si parla poco, se non per causa di guerre. Dove emergono usi, costumi e abitudini a noi estranee.
Dove ci viene ricordato che spesso puntiamo il dito troppo facilmente senza pensare che anche lì ci sono persone con un cuore ed un animo buono.
Un libro che vi stra consiglio per aprire un po' di più gli occhi,
E il cuore.