Senza volerlo cado sempre sulle storie d’amore. Dico così perché, ormai lo sapete, cerco di non leggere nemmeno le trame dei libri perché mi rovinano la faccenda. Giusto una sbirciatina.
Da quelle più banali a quelle più surreali e assurde che manco Castagna con “Stranamore”!
All you need is love, paparararà!
Ne “Il petalo cremisi e il bianco” il signor Michel Faber ci guida letteralmente in una Londra del 1875. Per essere precisi, in una singolare storia d’amore nata, cresciuta e morta in una Londra del 1875.
La nostra protagonista, alla quale tutti ci affezioneremo per forza di cose, è Sugar Castaway.
Sugar fa parte dei ceti più bassi che abitano Londra. Bassi bassi. È infatti una giovane prostituta di 19 anni, da sempre facente parte di questa infelice realtà.
Nell’ambiente però gode di una certa “fama”, essendo la prostituta più desiderata di tutta la città.
Sugar non si lascia abbattere da quella vita. È infatti una ragazza molto colta, intelligente, curiosa, brillante, attaccata alla vita e ai piaceri che essa può offrire.
Questo lo nota anche William Rackam, giovane erede di una grande fortuna -le Profumerie Rackam-, che scopre la ragazza su un giornaletto.
Gli incontri fra i due si fanno sempre più frequenti. Il loro rapporto evolve in quello che sembrerà essere un normalissimo rapporto, anche se non potrà mai essere alla pari.
Un ricco ereditiere ed una prostituta.
C’e da dire anche che William non è uno scapolone da milioni di sterline, ma a casa ha una figlia e soprattutto una moglie, Agnes, fisicamente e mentalmente instabile.
Fra i due nascerà una singolare storia d’amore che porterà via Sugar per sempre dai bordelli che è solita frequentare. Conoscerà la bellezza del lusso, la sicurezza delle comodità materiali di cui solo i ricchi possono godere. Scoprirà cosa vuol dire essere gelosi.
William la aiuterà nella sua scalata dai bassifondi di Londra all’alta società.
Ma anche nel 1875 le cose troppo belle riservano spesso brutte sorprese. E Sugar se ne accorgerà presto.
L’ambientazione mi stava frenando dal leggere il libro, perché generalmente le storie ambientate in quei luoghi lì mi sconvogliano tempo zero. E invece wow!
Faber ti accompagna letteralmente da un vicolo all’altro, da una classe sociale all’altra, dai caffè ai teatri, dai salotti ai bordelli, e tu sei lì!
Nelle cucine con le domestiche di casa Rackam, sempre restie nei confronti del loro padrone.
Nella camera buia di Agnes, con le sue visioni strane e le sue continue ricadute.
Nello studio di William, zeppo di carte.
Nelle stanze di Sugar, semplici e piene di libri.
Nonostante l’ambientazione è scritto in modo semplice, senza tanti fronzoli come richiederebbe il buon costume dell’epoca.
Non ti annoia e non ti stucca.
Non è una banale storia d’amore, ma il riscatto di una donna che tutti consideravano perduta.
È la rivincita delle donne!
E la conferma che i maschi sono sempre stati stronzi! Anche ne, 1875!
Sto scherzando! Non prendetevela!
Quindi quindi, amanti dell’epoca vittoriana, orsù! Beatevi delle giuoie di queste pagine e fatemi sapere cosa ne pensate!
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2 commenti
Non è vero che i maschi sono stronzi, o almeno, non tutti, o meglio, la stronzaggine è di ambo i lati, poi dipende quello che peschi, ovviamente ^^
RispondiEliminaCiao :)
Ma certo Maurizio, lo so! Stavo sarcasticamente parlando per luoghi comuni! Ci mancherebbe :)
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