Quando mi chiedete di leggere i vostri libri mi rendete una persona felice, sappiatelo. Per me è davvero un onore. Mi lusinga un sacco sapere che vi interessa una mia opinione. Perciò, come vi ho già detto anche...
Quando c'è di mezzo Dan Brown si va sempre sul sicuro. Almeno, per quel che mi riguarda. Sto parlando del nuovo libro di quel genio d'uomo, "Origin", che ho preso il giorno stesso in cui è uscito facendo...
Le famiglie (e le confraternite!) del Mulino Bianco non esistono!
- 06:36
- By Realtà di carta
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Ultimamente i libri che decido di leggere partono a rilento. Ovvero, le prime pagine mi annoiano a morte e poi boooom! Arrivo in fondo e OMMIOOOOHHHDDDDDIIOOOOHHHHHH! E quando si tratta di un giallo l'OMMIODDIOH ha la "h" finale...
Stavolta un post un pochetto diverso dal solito. La bella signorina Buona Lettura (cliccate e fate un salto nel suo blog!) mi ha nominata per partecipare al "Liebster Award". Ovviamente la accontento ed eccomi qua! Regole di tutta questa faccenda:...
"Adesso" è il terzo libro di Chiara Gamberale che ho letto.
I primi due mi avevano piacevolmente colpita. Forse perché mi ritrovavo molto in alcune delle caratteristiche dei suoi personaggi.
Ma questo proprio nooouuu!
Mi viene anche difficile raccontarvelo!
Proverò a fare del mio meglio!
Tutto ruota sostanzialmente intorno alla storia d'amore fra Lidia e Pietro.
Entrambi quarantenni; lei conduttrice di un programma televisivo che ha raggiunto un discreto successo nella sua città, lui un preside di un liceo con la passione per l'archeologia.
La cosa che hanno in comune è, in poche parole, la sfiga in amore.
Lei non riesce a staccarsi dal suo ex marito, Lorenzo. Nel loro nuovo rapporto da pseudo amici, lei ricerca continuamente sicurezze, comprensione, risposte alle mille domande -spesso anche assurde- che il suo cervello partorisce riguardo possibili nuove relazioni.
Lui, con una figlia, piantato in asso dalla moglie in crisi mistica che se ne va in un convento, incapace di affrontare i demoni di un passato piuttosto infausto e di lasciarsi andare cullato dalle emozioni.
I destini dei due si incontrano. Una passione li travolge.
Quella che era solo attrazione fisica sfocia, poi, in qualcosa di più autentico.
Ma con due elementi così, chissà se avrà o no un lieto fine.
Io mi ci sono persa dentro. Anzi, aiutatemi a ritrovare la via di casa!
Ok, stiamo mettendo a confronto due persone così diverse ma con problemi più o meno simili.
Ok, li facciamo incontrare, li facciamo innamorare, ci spolveriamo qualche dramma e crisi esistenziale ma poi?
Facciamola evolvere come Cristo comanda questa relazione! Perché ci devono essere storie parallele che, alla fine, non lasciano nulla, se non con il quesito "ma allora bisogna coglierlo il momento, l'Adesso, o è meglio andarci piano"!?
Mi piace l'idea che, in certi punti, si venga travolti dai pensieri di Lidia proprio come se fossimo nel suo cervello, passando da una cosa all'altra, ma piano! Un po' meno! Mi distraevo un sacco, perdevo il filo, dovevo tornare indietro per cercare di capire come c'era arrivata a quel determinato sfogo.
Mi sarebbe piaciuto leggere di una rinascita, sia di Lidia che di Pietro.
Ma c'è stata? Sembrerebbe di sì. Ma io ne voglio la certezza! E non l'ho avuta.
Gamberale, non odiarmi, ma questo no. Purtroppo no.
Voi l'avete letto? Vi è piaciuto?
O sono io che ho il prosciutto sugli occhi?
Ecco, ora che ho detto "prosciutto" ho fame! Mannaggia!
I primi due mi avevano piacevolmente colpita. Forse perché mi ritrovavo molto in alcune delle caratteristiche dei suoi personaggi.
Ma questo proprio nooouuu!
Mi viene anche difficile raccontarvelo!
Proverò a fare del mio meglio!
Tutto ruota sostanzialmente intorno alla storia d'amore fra Lidia e Pietro.
Entrambi quarantenni; lei conduttrice di un programma televisivo che ha raggiunto un discreto successo nella sua città, lui un preside di un liceo con la passione per l'archeologia.
La cosa che hanno in comune è, in poche parole, la sfiga in amore.
Lei non riesce a staccarsi dal suo ex marito, Lorenzo. Nel loro nuovo rapporto da pseudo amici, lei ricerca continuamente sicurezze, comprensione, risposte alle mille domande -spesso anche assurde- che il suo cervello partorisce riguardo possibili nuove relazioni.
Lui, con una figlia, piantato in asso dalla moglie in crisi mistica che se ne va in un convento, incapace di affrontare i demoni di un passato piuttosto infausto e di lasciarsi andare cullato dalle emozioni.
I destini dei due si incontrano. Una passione li travolge.
Quella che era solo attrazione fisica sfocia, poi, in qualcosa di più autentico.
Ma con due elementi così, chissà se avrà o no un lieto fine.
“È che ci sono sette miliardi di persone, al mondo. Ma fondamentalmente si dividono in due categorie. Ci sono quelle che amiamo. E poi ci sono tutte le altre.”
Ok, stiamo mettendo a confronto due persone così diverse ma con problemi più o meno simili.
Ok, li facciamo incontrare, li facciamo innamorare, ci spolveriamo qualche dramma e crisi esistenziale ma poi?
Facciamola evolvere come Cristo comanda questa relazione! Perché ci devono essere storie parallele che, alla fine, non lasciano nulla, se non con il quesito "ma allora bisogna coglierlo il momento, l'Adesso, o è meglio andarci piano"!?
Mi piace l'idea che, in certi punti, si venga travolti dai pensieri di Lidia proprio come se fossimo nel suo cervello, passando da una cosa all'altra, ma piano! Un po' meno! Mi distraevo un sacco, perdevo il filo, dovevo tornare indietro per cercare di capire come c'era arrivata a quel determinato sfogo.
Mi sarebbe piaciuto leggere di una rinascita, sia di Lidia che di Pietro.
Ma c'è stata? Sembrerebbe di sì. Ma io ne voglio la certezza! E non l'ho avuta.
Gamberale, non odiarmi, ma questo no. Purtroppo no.
Voi l'avete letto? Vi è piaciuto?
O sono io che ho il prosciutto sugli occhi?
Ecco, ora che ho detto "prosciutto" ho fame! Mannaggia!
Il male può spezzare una vita, ma mai un'amicizia.
- 08:04
- By Realtà di carta
- 14 Comments
Erano anni che avevo "Le ragazze di Kabul" di Roberta Gately lì, in attesa di essere letto. Me lo regalò mia mamma circa 6 anni fa. Non mi ispirava granché e perciò l'ho sempre lasciato buono buono. Finalmente...
Sono finalmente riuscita a finire questo libro! E, attenzione, non dico "finalmente" perché era una palla di cannone, ma perché ho avuto un attimo di tempo per potermici perdere di nuovo dentro. E menomale! SINOSSI: Come reagireste se,...
Ho sempre rimandato la lettura di "Le nostre anime di notte" di Kent Haruf perché prima volevo leggermi la "Trilogia della pianura". Ma una sera ero in giro in centro con il mio ragazzo, sono entrata in libreria...
Avevo questo libro in wishlist da un sacco di tempo e, finalmente, mi sono decisa a leggerlo. Sto parlando di "Il buio oltre la siepe" di Harper Lee. La storia ci viene raccontata da Scout, una vivace bambina...
➤ Love Generation - Generazione d'amore di Noelle Olsen
- 04:29
- By Realtà di carta
- 4 Comments
Finalmente posso segnalarvi questo libro, scritto da una dolcissima ragazza dai capelli biondi! SINOSSI: Anno 2006. Arianna Lombardi, diciottenne studentessa dell'ultimo anno di liceo, vive una vita quasi perfetta: famiglia benestante, feste in yacht, amici a volontà. Arianna,...
Ho appena finito un libro da 10 e lode! Sono rimasta soddisfatta! Che bella sensazione! Sto parlando di "Non è un paese per vecchi" di Cormac McCarthy. Piccola confessione: ho visto prima il film e dopo ho letto...
E come " mmh" intendo un "mmh" della serie "mah! E quindi?"
E mi dispiace anche giudicare maluccio un libro che tratta temi così seri, però oh. Che ci posso fare?
Il libro di cui vi parlerò brevemente oggi è "Il nostro anno infinito" di Matthew Crow.
Un libro triste, tutto sommato. Dolce e triste. Ma lento.
Francis, un ragazzo di 15 anni, con la passione per i libri, una media scolastica che è una bomba e inguaribile romanticone, scopre di essere malato. Ha il cancro.
Alle spalle ha una famiglia singolare: un fratello bizzarro che gli dà man forte in ogni occasione, una nonna pallosissima, una madre battagliera e un padre ormai assente da anni dalla sua vita.
La sua nuova condizione lo costringe a passare qualche mese ricoverato in ospedale, dove conosce la sua nuova cura a tutti i mali: Amber.
Anche lei, infatti, è malata. I due fanno comunella, trascorrendo - volenti o nolenti - le giornate insieme. Amber è una forza della natura, il personaggio che sicuramente ho amato di più: una ragazza con le palle! Sarcastica, forte, brillante. L'àncora di tutti e due.
E va a finire che si innamorano. Il loro rapporto cresce: condividono il loro amore per il cinema; si prendono cura l'uno dell'altra; si rasano i capelli insieme; guardano le loro rispettive madri darsi guerra; sdrammatizzano la loro critica condizione.
Insomma, tutte quelle cose dolci che fanno i quindicenni alle loro primissime esperienze.
Francis, poi, viene dimesso. Risponde bene alle cure. Poco dopo anche Amber.
Viversi fuori da un reparto oncologico è strano. Strano, ma bellissimo.
Ma gli imprevisti, quelli brutti, sono sempre dietro l'angolo.
E Francis, purtroppo, lo scoprirà presto.
Questo libro è un mix fra "Colpa delle stelle" e il film (non so se esiste anche il libro, perdonatemi!) "La custode di mia sorella". E' sicuramente triste. Angosciante. Sì, ci sono momenti in cui sorridi da tanto che Francis diventa dolce e smielato, ma quando ti ricordi che è una storia d'amore fra due malati di cancro rinsavisci e passi a pensare "dio santo, ma perché esiste una cosa del genere? Perché è nato un male così? Cesserà di esistere una volta per sempre?".
Purtroppo, però, non mi è piaciuto granché. Ci sono parti morte, lente, in cui non succede nulla.
Mi piace il fatto che sia stato scritto da un uomo, però. Spesso le storie d'amore vengono fuori dalle menti femminili. Sicuramente Crown riesce a farci innamorare un po' di più della vita.
Purtroppo non mi dilungo oltre perché non saprei che altro dirvi, al riguardo. Mi ha lasciata un po' "mmh", appunto!
E mi dispiace anche giudicare maluccio un libro che tratta temi così seri, però oh. Che ci posso fare?
Il libro di cui vi parlerò brevemente oggi è "Il nostro anno infinito" di Matthew Crow.
Un libro triste, tutto sommato. Dolce e triste. Ma lento.
Francis, un ragazzo di 15 anni, con la passione per i libri, una media scolastica che è una bomba e inguaribile romanticone, scopre di essere malato. Ha il cancro.
Alle spalle ha una famiglia singolare: un fratello bizzarro che gli dà man forte in ogni occasione, una nonna pallosissima, una madre battagliera e un padre ormai assente da anni dalla sua vita.
La sua nuova condizione lo costringe a passare qualche mese ricoverato in ospedale, dove conosce la sua nuova cura a tutti i mali: Amber.
Anche lei, infatti, è malata. I due fanno comunella, trascorrendo - volenti o nolenti - le giornate insieme. Amber è una forza della natura, il personaggio che sicuramente ho amato di più: una ragazza con le palle! Sarcastica, forte, brillante. L'àncora di tutti e due.
E va a finire che si innamorano. Il loro rapporto cresce: condividono il loro amore per il cinema; si prendono cura l'uno dell'altra; si rasano i capelli insieme; guardano le loro rispettive madri darsi guerra; sdrammatizzano la loro critica condizione.
Insomma, tutte quelle cose dolci che fanno i quindicenni alle loro primissime esperienze.
Francis, poi, viene dimesso. Risponde bene alle cure. Poco dopo anche Amber.
Viversi fuori da un reparto oncologico è strano. Strano, ma bellissimo.
Ma gli imprevisti, quelli brutti, sono sempre dietro l'angolo.
E Francis, purtroppo, lo scoprirà presto.
"Ho bisogno che tu guarisca perché io sto guarendo, e il problema è che non mi ricordo quello che facevo prima di conoscerti.
Prima che ci fosse un noi.
Il mondo sarà un posto più interessante se ci sarai pure tu."

Purtroppo, però, non mi è piaciuto granché. Ci sono parti morte, lente, in cui non succede nulla.
Mi piace il fatto che sia stato scritto da un uomo, però. Spesso le storie d'amore vengono fuori dalle menti femminili. Sicuramente Crown riesce a farci innamorare un po' di più della vita.
Purtroppo non mi dilungo oltre perché non saprei che altro dirvi, al riguardo. Mi ha lasciata un po' "mmh", appunto!
E non è una mera giustificazione al mio essere me. Sono così davvero. Non ho mai detto - e mai lo dirò! - di essere una persona facile e che interagire con me sia come scartare una caramella....
Ma avete visto roba di intestazione che mi è venuta fuori?! Vorrei sapere che diamine mi è venuto in mente di cambiarla! Ho fatto più casino della grandine! E quella lassù è la versione migliore che sono riuscita...
Quello che ho da dire su questo libro è un grande e gigantesco punto interrogativo saltellante. Non ho capito se l'ho odiato o se mi è piaciucchiato. Davvero, non lo so! Si tratta del libro "La ragazza dai...
"In ognuno di noi c'è un altro che non conosciamo"
- 05:00
- By Realtà di carta
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Le parole di Jung che troviamo non appena si apre il libro "Avrò cura di te" sono l'epicentro del romanzo.
E sono anche un'ineluttabile realtà.
Gioconda, detta Giò, è una giovane donna che dopo esser stata lasciata da suo marito Leonardo (ma che meraviglia di coppia è?! Leonardo e Gioconda!) si perde in se stessa. Si trasferisce così a casa dei nonni paterni, quelli che da sempre vede come l'emblema del vero amore. Scartabellando fra le vecchie cose che abitano quella casa ormai silenziosa, trova un biglietto in cui, con la sua calligrafia e qualche errore ortografico, sua nonna ringrazia il suo angelo custode.
Gioconda decide di provare, di lasciare anche lei un biglietto. Ed è così che iniziano gli scambi di lettere con Filèmone, il suo angelo custode.
Nonostante i dubbi iniziali nei confronti di questo angelo così saggio e giusto, Gioconda instaura fin da subito una sorta di amicizia con Filèmone che tutto vede e tutto sa. Da sempre.
Tormentata da una storia finita, con una famiglia un po' problematica alle spalle e con il pensiero di essere sbagliata, Gioconda lascia che Filèmone si prenda cura di lei.
E lui lo fa, spesso essendo anche troppo pungente, dispensando consigli, carezze, facendole aprire gli occhi, rassicurandola, facendole capire che non è mai troppo tardi per riprendersi ciò che si è lasciato indietro nel proprio cammino, che spesso le colpe che ci attribuiamo da soli non sono altro che la somma di tutte mancanze che altri hanno avuto nei nostri confronti e che non siamo i soli ad essere o ad aver sbagliato.
Filèmone insegnerà a Gioconda ad essere meno egoista, a guardare l'amore sotto una luce diversa, ad avere più rispetto per se stessa e per le sua convinzioni. Le insegnerà ad essere una donna nuova.
Un libro che mi è piaciuto da matti e che ho riempito di sottolineature. Il che vuol dire che ho ritrovato tante piccole parti di me, lì dentro.
Gli scambi fra Gioconda e Filèmone sono divertenti, scorrevoli e talvolta struggenti.
Filèmone è l'Angelo Custode che tutti vorremmo avere. E' saggio, simpatico, comprensivo, dolce, schietto, chiaro. Una bellissima proiezione del nostro "Io" che viene da "Chissà dove".
Un po' invidio Gioconda. Non solo perché ha saputo riscattarsi ed ottenere quello che voleva, pur prendendosi delle sane dosi di delusioni, ma perché anche a me piacerebbe di tanto in tanto farmi quattro chiacchiere con il mio ipotetico Filèmone. Mi piacerebbe sentirmi dire "sei una capra, che combini?!" o "vai così, che stai andando bene". Sarebbe bello poter dialogare così con noi stessi, compiacendoci quando dobbiamo essere compiaciuti, rimproverati quando c'è bisogno di un rimprovero, abbracciati quando c'è bisogno di un abbraccio. Sarebbe fantastico poter fare tutto questo da soli, con noi stessi, senza bisogno di altre parti, con il nostro "Io".
Io ed Io.
Ho adorato la struttura di questo libro.
Chiara Gamberale che dà anima a Gioconda e Massimo Gramellini a Filèmone.
Voglio un altro libro scritto a quattro mani da loro! Per forza!
E sono anche un'ineluttabile realtà.
Gioconda, detta Giò, è una giovane donna che dopo esser stata lasciata da suo marito Leonardo (ma che meraviglia di coppia è?! Leonardo e Gioconda!) si perde in se stessa. Si trasferisce così a casa dei nonni paterni, quelli che da sempre vede come l'emblema del vero amore. Scartabellando fra le vecchie cose che abitano quella casa ormai silenziosa, trova un biglietto in cui, con la sua calligrafia e qualche errore ortografico, sua nonna ringrazia il suo angelo custode.
Gioconda decide di provare, di lasciare anche lei un biglietto. Ed è così che iniziano gli scambi di lettere con Filèmone, il suo angelo custode.
Nonostante i dubbi iniziali nei confronti di questo angelo così saggio e giusto, Gioconda instaura fin da subito una sorta di amicizia con Filèmone che tutto vede e tutto sa. Da sempre.
Tormentata da una storia finita, con una famiglia un po' problematica alle spalle e con il pensiero di essere sbagliata, Gioconda lascia che Filèmone si prenda cura di lei.
E lui lo fa, spesso essendo anche troppo pungente, dispensando consigli, carezze, facendole aprire gli occhi, rassicurandola, facendole capire che non è mai troppo tardi per riprendersi ciò che si è lasciato indietro nel proprio cammino, che spesso le colpe che ci attribuiamo da soli non sono altro che la somma di tutte mancanze che altri hanno avuto nei nostri confronti e che non siamo i soli ad essere o ad aver sbagliato.
Filèmone insegnerà a Gioconda ad essere meno egoista, a guardare l'amore sotto una luce diversa, ad avere più rispetto per se stessa e per le sua convinzioni. Le insegnerà ad essere una donna nuova.
"In una parola, bisogna sapere amare.
Un'impresa ostinata che non prevede ricompense né riconoscimenti ufficiali,
spesso nemmeno da parte dell'oggetto del nostro amore.
Solo la sensazione di essere un po' più vicini al cielo.
Perché, se l'amore è una discesa dell'eternità nel tempo e nello spazio,
non può limitarsi al miracolo dell'incontro e alla poesia dell'istante.
Deve per forza estendersi alla costruzione di qualcosa di durevole.
Trovarsi rimane una magia, ma non perdersi è la vera favola".
Un libro che mi è piaciuto da matti e che ho riempito di sottolineature. Il che vuol dire che ho ritrovato tante piccole parti di me, lì dentro.
Gli scambi fra Gioconda e Filèmone sono divertenti, scorrevoli e talvolta struggenti.
Filèmone è l'Angelo Custode che tutti vorremmo avere. E' saggio, simpatico, comprensivo, dolce, schietto, chiaro. Una bellissima proiezione del nostro "Io" che viene da "Chissà dove".
Un po' invidio Gioconda. Non solo perché ha saputo riscattarsi ed ottenere quello che voleva, pur prendendosi delle sane dosi di delusioni, ma perché anche a me piacerebbe di tanto in tanto farmi quattro chiacchiere con il mio ipotetico Filèmone. Mi piacerebbe sentirmi dire "sei una capra, che combini?!" o "vai così, che stai andando bene". Sarebbe bello poter dialogare così con noi stessi, compiacendoci quando dobbiamo essere compiaciuti, rimproverati quando c'è bisogno di un rimprovero, abbracciati quando c'è bisogno di un abbraccio. Sarebbe fantastico poter fare tutto questo da soli, con noi stessi, senza bisogno di altre parti, con il nostro "Io".
Io ed Io.
Ho adorato la struttura di questo libro.
Chiara Gamberale che dà anima a Gioconda e Massimo Gramellini a Filèmone.
Voglio un altro libro scritto a quattro mani da loro! Per forza!
Sono poche le cose che mi trasformano da persona riservata e piuttosto silenziosa quale sono a bimbaminkia level 10: - Il cibo: se mi viene in mente che ho voglia di qualcosa in particolare sfracasso i gabbasisi finché...
Titolo veramente pessimo e assolutamente ambiguo. La cosa non era voluta, lo giuro! Oggi sono a farvi il resoconto dell'ultimo libro che ho letto, ovvero "Il profumo delle foglie di limone" di Clara Sanchez. Era nella mia wishlist...
Vedevo questo libro ovunque. E non vi sto a negare che la cosa che mi ha più attirata è la copertina, con quella sorta di "di dietro". Un libro con una copertina così deve essere epico per forza!...